I rifiuti di plastica non avviati al riciclo e a un corretto smaltimento rappresentano un grave problema per l’ambiente e la salute pubblica. Diversi studi hanno dimostrato che le microplastiche che abbondano negli oceani creano danni alla fauna marina e mettono a rischio l’intera catena alimentare. Ari Jónsson studente di design dell’Accademia islandese delle arti ha ideato un materiale alternativo e più sostenibile della plastica per realizzare le bottiglie dell’acqua.
Il materiale ecologico è composto da due ingredienti naturali e facilmente reperibili: la polvere di alga rossa e l’acqua. L’innovativa bottiglia a base di alghe è stata presentata al Festival del design svoltosi a Reykjavik dal 10 al 13 marzo scorso. Il giovane designer ha illustrato alla stampa i propositi che hanno animato il progetto:
Quando ho scoperto che il 50% dei prodotti di plastica viene usato una sola volta e poi gettato via, ho avvertito il bisogno di trovare una soluzione alla mole di rifiuti che produciamo ogni giorno.
Secondo Jónsson utilizzare per oggetti usa e getta dei materiali come la plastica, che impiegano centinaia di anni per biodegradarsi, non è molto sensato. Il designer islandese ha iniziato a valutare le caratteristiche di alcuni materiali alternativi per scoprire quale fosse più adatto alla produzione di bottiglie dell’acqua. Nel corso delle sperimentazioni Jónsson ha creato una soluzione a base di acqua e di una polvere ricavata dall’agar, una sostanza proveniente dalle alghe.
A contatto con l’acqua la polvere si è trasformata in un materiale con una consistenza simile al gel. Dopo diversi test volti a individuare le giuste proporzioni di acqua e polvere, Jónsson ha riscaldato il composto a fuoco lento, travasandolo in uno stampo a forma di bottiglia. La bottiglia è stata poi riposta nel congelatore.
Una volta solidificato il recipiente è pronto all’uso. La bottiglia mantiene la sua forma fino a quando contiene acqua, poi inizia a decomporsi. La bottiglia essendo costituita da ingredienti naturali e sicuri può essere addirittura mangiata dopo l’uso.
Da: GREENSTYLE.IT