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Concorrenza e gestione dei rifiuti urbani, intervento di Assorimap sull’indagine dell’Antitrust

Pubblicato il 24 febbraio 2016 » Da : » Categorie: Blog,Politica ambientale,Riciclo - Novità » 0 Commenti

Comunicato della presidenza dell’Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori materie plastiche dopo la pubblicazione dell’indagine conoscitiva sui rifiuti urbani pubblicata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato.

Era iniziata nell’agosto del 2014 la lunga e dettagliata indagine conoscitiva sui rifiuti urbani che è stata presentata lo scorso 10 febbraio a Roma. Voluta dall’Antitrust (Autorità Garante della Concorrenza e del mercato – AGCM-) l’indagine (identificata con la sigla IC49) non solo fornisce una fotografia aggiornata e puntuale dello scenario italiano della gestione dei rifiuti, ma indica concrete ed immediate azioni correttive per appianare le attuali anomalie o storture del sistema rifiuti nel suo complesso. Proprio andando a leggere nel dettaglio le proposte operative, si scopre che le indicazioni AGCM sono in buona parte allineate con quanto fatto fino ad ora dagli organi legislativi nel redigere la Legge annuale per il mercato e la concorrenza. Tale disegno di legge – noto come 2085 agli addetti ai lavori – è già stato approvato dalla Camera e, proprio in questi giorni, sta percorrendo il suo iter al Senato.

 

Lo scenario

 

Lo scenario che traccia l’AGCM è tutt’altro che positivo per il mercato – di cui specificatamente ha competenza AGCM – e di conseguenza anche per noi consumatori che, in mancanza di un mercato aperto e in concorrenza, paghiamo un prezzo maggiore per un servizio inferiore. Ma in questo specifico caso c’è un terzo fondamentale soggetto che va ad essere fortemente penalizzato: l’ambiente. Infatti, quello che deve scuotere leggendo la relazione dell’AGCM è scoprire che “per i rifiuti da imballaggi in acciaio, carta, legno e plastica, da solo, il sistema consortile (CONAI, n.d.r.) riesce ad avviare a riciclo quantità di imballaggi ben al di sotto di quelle che sarebbero necessarie per ottemperare alle disposizioni del TUA (obblighi di legge sulle percentuali minime di riciclo, n.d.r.). Pertanto, il contributo degli operatori indipendenti è a tal fine essenziale” (p. 172, punto 599, della relazione IC49).
Pur riconoscendo gli innegabili e fondamentali meriti “storici” del sistema CONAI nel creare le condizioni per la raccolta differenziata e il recupero degli imballaggi, l’AGCM ritiene che oggi sia necessario affiancare altri operatori autonomi a tale sistema, che “sembra aver esaurito la propria capacità propulsiva e produce risultati non più al passo con le aspettative” (IC49, sintesi, p.4), e che non garantisce l’osservanza del principio chi inquina paga (in base a quanto inquina). Ad oggi infatti il sistema CONAI, con il suo CAC indifferenziato, non favorisce i produttori di imballaggi più riciclabili, ma, al contrario, “i produttori di imballaggi meno riciclabili” (p. 169, punto 592). –.
 
Gli ostacoli da superare
 
La premessa dell’AGCM, dunque, è che occorre riformare il sistema CONAI – “superamento del monopolio consortile” e “introduzione di maggior concorrenza in tale mercato” (p. 183, punto 632) non solo per ragioni “concorrenziali” (assicurare la pluralità di soggetti sul mercato), ma anche di natura più prettamente ambientale:si può e si deve raccogliere/riciclare di più e meglio.
Tuttavia, osserva ancora l’AGCM, con le norme attualmente in vigore di fatto è impossibile assicurare maggiore concorrenza e dar vita ad un sistema autonomo: i produttori di imballaggi che intendessero creare un proprio sistema autonomo per il recupero dei loro imballaggi hanno davanti a loro un iter complesso, di incerta durata (dai due ai sette anni nella prassi) ed un doppio (e di fatto insostenibile) investimento economico, perché, da un lato, dovrebbero stanziare le somme necessarie ad attivare e rendere pienamente operativo il proprio sistema di recupero dei loro imballaggi e, dall’altro, gli viene imposto dall’attuale normativa di continuare a pagare il contributo ambientale CONAI sino al riconoscimento definitivo (che può intervenire anche dopo sette anni)..
 
La politica è già nella giusta direzione
 
E’ proprio per rimuovere questo gravoso, doppio “fardello economico” a carico dei produttori che volessero costituire un proprio sistema autonomo che l’AGCM indica come necessaria l’approvazione del disegno di legge 2085 così come è stato approvato dalla Camera, specie nella attuale formulazione dell’art. 37 che, eliminando tale doppio fardello, a ben vedere ripristina l’originaria, e più equilibrata, formulazione del codice ambiente. La Camera, che si è espressa in tal senso fin dallo scorso anno, aveva già accolto le indicazioni dell’AGCM, cogliendo che occorre superare il sostanziale monopolio di CONAI, garantire una pluralità di attori – come avviene già da tempo nei maggiori Paesi UE- e favorire così il raggiungimento di più alte performance di recupero e riciclo.
La definitiva approvazione dell’art. 37 del disegno di legge 2085, il riconoscimento e l’implementazione di nuovi sistemi autonomi si pongono, dunque, anche secondo l’AGCM, come priorità per l’intero sistema italiano di riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio e gettano le basi per far partire a livello industriale, con numeri importanti sia per l’ambiente che per l’occupazione, la circular economy
 
 
— da www.ecodallecitta.it – febbraio 2016