La Commissione UE nella giornata di ieri ha reso noto il pacchetto di misure deciso, per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Sono stati fissati degli obiettivi annuali per ogni Nazione al 2030, ma sono previste delle “flessibilità” in modo tale da permettere ad ogni Stato membro di raggiungere i target senza danneggiare la propria economia e valutando la situazione specifica di caso in caso.
Per l’Italia è stato stabilito un taglio del 33% delle emissioni di CO2 rispetto al periodo che va dal 2016 al 2018. Si tratta di uno degli obiettivi più ambiziosi, ma ancora di più dovranno fare Lussemburgo, Svezia, Danimarca e Finlandia, che dovranno arrivare ad una riduzione del 40%, la Germania, che dovrà garantire un taglio del 38%, e la Francia, insieme al Regno Unito, che dovranno tagliare le emissioni nazionali di un 37%.
A Paesi considerati “non ricchi” come Croazia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia e Romania sono stati imposti tagli che vanno dal 2% al 9%, mentre la Bulgaria dovrà stabilizzare le proprie emissioni e quindi il taglio sarà considerato nullo.
Le emissioni che vengono valutate in quest’ultimo Effort sharing sono quelle che non appartengono al sistema EU ETS (Emission Trading System) e comprendono settori come i trasporti (tranne quelli aerei e la navigazione marittima internazionale), le costruzioni, l’agricoltura, la silvicoltura, i settori dei rifiuti e l’uso del territorio.
I tagli sono stati stabiliti in base alla ricchezza relativa di ogni Paese, cioè in base al prodotto interno lordo pro capite.
Da: greenstyle.it