La proposta di direttiva europea volta a limitare il consumo dei sacchetti di plastica più leggeri è stata approvata dalla Commissione Ambiente dell’Unione Europea con 46 voti a favore 8 contrari e 8 astenuti.
L’Europa riconosce dunque ai Paesi membri la possibilità di scegliere il mezzo a loro più congeniale per raggiungere gli obiettivi di riduzione (50% della quantità consumata nel 2010 entro tre anni e 80% entro cinque anni). Per evitare distorsioni e aggiramenti della direttiva è previsto che i sacchi riutilizzabili non possano costare meno dei sacchi usa e getta.
Inoltre non potranno essere usati sacchi ultrasottili del tipo
frutta e verdura per asporto merci.
Attraverso un differenziale di prezzo viene riconosciuto il contributo dei sacchi biodegradabili e compostabili nel migliorare qualità e quantità del rifiuto organico raccolto in modo differenziato: in questa logica, i sacchi frutta e verdura sotto i 10um dovranno essere biodegradabili e compostabili entro 5 anni dall’applicazione della direttiva.
L’Italia potrà mantenere la sua legge, che, come affermano i sostenitori della plastica biodegradabile e compostabile, ha già portato il consumo di shopper usa e getta da circa 180000 ton del 2010 a circa 90000 del 2013 con una riduzione dell’ordine del 50% ed ha migliorato qualità e quantità del rifiuto organico creando un vero e proprio modello di raccolta differenziata che funziona allo stesso modo in aree a bassa ed alta densità di popolazione come Milano.